lunedì, Maggio 13, 2024
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Omicidio Giulia Cecchettin, arrestato Filippo Turetta: era in Germania

E’ stato fermato in Germania Filippo Turetta, l’ex findanzo di Giulia Cecchettin, il cui corpo è stato ritrovato in un canalone vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone.

La notizia della cattura è stata confermata dall’avvocato del giovane, Emanuele Compagno, dopo aver avvisato i genitori. La fuga dello studente 22enne di Torreglia è finita nella notte tra sabato e domenica, dopo una settimana di latitanza. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato di arresto europeo. La sua auto era stata avvistata l’ultima volta in Austria. Stando alle prime informazioni che giungono dalla Germania, Filippo Turetta é stato fermato dalla polizia mentre si trovava a lato della strada a luci spente sull’autostrada A9 nei pressi della cittadina tedesca di Bad Duerrenberg in Sassonia-Anhalt. Secondo il codice della strada tedesca sostare a luci spente è una violazione.

TURETTA ERA STANCO E RASSEGNATO – Quando è stato arrestato Filippo Turetta non ha opposto resistenza. Anzi, agli agenti della polizia stradale tedesca che lo hanno fermato è apparso stanco e rassegnato, come se fosse desideroso di consegnarsi. E’ quanto avrebbero comunicato, secondo quanto si apprende, le autorità tedesche a quelle italiane dopo il fermo del giovane su un’autostrada vicino Lipsia. L’auto di Turetta era ferma sulla corsia d’emergenza perché, secondo gli agenti, era finita la benzina e Filippo non aveva soldi per fare nuovamente rifornimento.

SOLDI INSANGUINATI  – Durante la fuga, Filippo Turetta ha usato banconote con macchie di sangue per fare benzina in un distributore automatico. Il ragazzo si era fermato domenica scorsa a fare rifornimento in un distributore automatico di Cortina. Le telecamere, come riporta Il Corriere Veneto, hanno inquadrato l’auto, la Fiat Punto nera, e il ragazzo che introduceva il denaro nello sportello. Quando il titolare della stazione di servizio ha aperto l’impianto, qualche giorno dopo, tra le banconote ne ha trovata una da 20 euro con macchie di sangue.

IL CORPO DI GIULIA – Filippo Turetta non ha lanciato o lasciato cadere il corpo di Giulia dalla strada nella zona di montagna di Piancavallo ma lo ha portato in braccio giù lungo il dirupo e lo ha deposto sotto una grande roccia. Infine, lo ha coperto con alcuni sacchi neri che sono stati trovati nei pressi. E’ l’ultima ricostruzione di quanto avvenuto la notte di una settimana fa.  Il giovane è giunto sul posto con in auto il corpo di Giulia. E’ uscito dall’auto, ha preso il cadavere e di notte, senza una luce, forse utilizzando soltanto il telefono cellulare, ha percorso con in braccio Giulia il sentiero che scende giù per la scarpata. Infine ha deposto il corpo sotto la roccia e lo ha coperto con alcuni sacchi di colore nero. Non è chiaro se l’intento fosse quello simbolico di tutelare il corpo oppure di occultarlo alla vista dei ricercatori e chiunque altro. Si è appreso soltanto stamani, d’altronde, che sul corpo il medico legale non ha trovato segni di caduta, di trascinamento o di rotolamento.

IL KIT DI SOPRAVVIVENZA – Da verificare l’ipotesi che l’uccisione di Giulia, che ha è stata raggiunta alla testa e agli arti da alcune coltellate, una delle quali ha trafitto il collo, sia stata premeditata. Dalle indagini, infatti, come riporta Il Gazzettino, è emerso che l’ex fidanzato avrebbe fatto ricerche sul web su kit di sopravvivenza in alta quota e abbigliamento per escursioni in montagna.

LE AGGRAVANTI – Le procure della Repubblica di Venezia e Pordenone, l’una competente per territorio per il reato di tentato omicidio, l’altra per omicidio, valuteranno l’inserimento delle aggravanti specifiche al capo d’accusa di omicidio contestato a Filippo Turetta. L’autopsia sul cadavere di Giulia Cecchettin, insieme ai rilievi scientifici sull’automobile, forniranno elementi utili alla ricostruzione della dinamica. Insieme a Turetta, dichiarato in stato di fermo dalle autorità tedesche, rientrerà anche in Italia la Fiat Grande Punto nera ‘protagonista’, insieme al presunto killer, della rocambolesca fuga all’estero. La polizia tedesca ha sequestrato anche l’autovettura sulla quale dovranno essere effettuati i rilievi di polizia scientifica dai carabinieri delegati all’indagine. La cattura di Turetta è stata possibile grazie allo Scip, il ‘Servizio di cooperazione internazionale di polizia’ con sede a Roma, in via Torre di Mezzavia, dove è presente la sala operativa internazionale interforze, di cui fanno parte la polizia di Stato, l’arma del Carabinieri, la guardia di Finanza e polizia Penitenziaria, da dove vengono coordinate le operazioni e le informazioni dell’ Interpol gestite dalla polizia criminale.

“GIULIA AVRÀ LA SUA LAUREA” – “Ho impressa l’immagine di Giulia attaccata all’albero con i suoi pupazzeti. Non è che Giulia riceverà una laurea, Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi. E’ già dottore, manca solo la formalità. Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di amare”. Così la ministra dell’Università, Annamaria Bernini, intervenendo al meeting di Forza Italia in corso a Taormina.

UN MINUTO DI SILENZIO NELLE SCUOLE – “Domani invierò a tutte le scuole italiane un invito a rispettare un minuto di silenzio nella giornata di martedì in onore di Giulia e di tutte le donne abusate e vittime di violenze”. Lo dice il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara annunciando che mercoledì sarà presentato con una conferenza stampa il piano ‘Educare alle relazioni’. Un piano che, aggiunge, “è frutto di un lavoro accurato del ministero all’insegna di un confronto ampio e di un pluralismo di apporti”.

LUTTO REGIONALE – Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringerà in un abbraccio alla famiglia, gli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene”. Lo annuncia il presidente del Veneto, Luca Zaia. “Il dolore e lo sgomento – prosegue in una nota – coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunità veneta: ci si interroga sui perché di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile”.

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