venerdì, Aprile 19, 2024
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L’omelia del vescovo, dall’allarme usura alla benedizione della Fondazione

NOLA- Alle 13,20 circa, gli otto gigli e la barca erano nelle loro “postazioni”. Una quarantina di minuti di ritardo rispetto al limite delle 12,30 previsto in regolamento (articolo 9), ma in tempo per consentire al vescovo la rituale benedizione entro le 13,30. Padre Beniamino Depalma vive la festa dei gigli dal 1999, anno in cui fu nominato vescovo della Diocesi nolana. Da allora ha lavorato tanto, talora arrabbiandosi, per ricondurre la manifestazione alla sobrietà. E soprattutto per affermare il messaggio di San Paolino, come ha fatto anche oggi dalle scale del Duomo. Padre Beniamino ha rivolto il proprio appello principalmente alla città: “Il Santo Patrono ci guarda dal cielo, e vorrei che per lui Nola si assumesse un impegno: quale città vogliamo costruire? Di egoisti e di schiavi? O di gente libera e di speranza? Il volto di una città di misura dalla sua solidarietà. Nola deve liberarsi dalla schiavitù della subcultura dell’illegalità che ci impedisce di crescere”. In questo magma subculturale c’è l’usura, una piaga cui il vescovo ha dedicato anche il suo messaggio ai fedeli in occasione della festività patronale. L’usura “che uccide il futuro” e le persone, contro la quale sono i cittadini e gli amministratori a dovere fare scudo. “Agli amministratori locali chiedo di essere difensori del territorio e dei diritti alla vita, al lavoro, alla vita- chiede Depalma. Poi un passaggio obbligato ai lavoratori, ai quali il presule è sempre a fianco come nel caso delle battaglie degli operai della Fiat di Pomigliano e Nola: “Si tutelino i lavoratori, mentre agli imprenditori ricordo il messaggio di papa Woytila: la loro missione è dare lavoro a tutti”. Poi cita Giorgio La Pira, ed incita tutti a “riprendere il nostro cammino”. Da parte del Vescovo anche un ringraziamento per il lavoro fatto per rilanciare la festa dei Gigli, un ricordo di quanti oggi non hanno potuto vivere la gioia della piazza (“sono accanto a San Paolino”) ed una benedizione alla Fondazione, ente da lui fortemente voluto. E che lavorerà a braccetto con la Curia nolana. Dopo la benedizione, il saluto alla città che si prepara (dalle 16) a riprendere la giornata con la processione delle macchine della festa.

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