lunedì, Luglio 14, 2025
spot_img
spot_img
spot_img

I PIÙ LETTI DELLA SETTIMANA

ARTICOLI CORRELATI

Maturità 2025, via alle prove d’esame: ansie, inclusione e pari opportunità

NAPOLI (nl) – Non è solo un esame. È un traguardo, un rito di passaggio, un simbolo di crescita. Per migliaia di studenti italiani, la Maturità 2025 (prima prova mercoledì 18 giugno) segna la fine di un cammino e l’inizio di un altro, forse più incerto, ma certamente più consapevole. Dietro ogni banco, occhi lucidi, mani tremanti e cuori che battono forte. Emozioni che si intrecciano con sogni, paure e aspettative. Come lo scorso anno, la prova si articolerà in due scritti e un orale multidisciplinare. Un’impostazione ormai collaudata, che consente ai ragazzi di mostrare non solo ciò che hanno appreso, ma anche chi stanno diventando. Per essere ammessi, occorre aver frequentato almeno il 75% delle lezioni, sostenuto le prove Invalsi, completato il Pcto e raggiunto almeno la sufficienza in tutte le discipline. Ma non tutti affrontano questa prova con le stesse condizioni. C’è chi lotta ogni giorno con una difficoltà in più, con un disturbo dell’apprendimento, con una disabilità certificata, o semplicemente con una fragilità invisibile. A questi studenti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito dedica attenzioni e strumenti specifici, per garantire pari dignità e reali opportunità. L’ordinanza ministeriale numero 67 del 2025 introduce misure inclusive per garantire pari opportunità e rispetto delle esigenze individuali. In particolare, l’articolo 25 dell’ordinanza disciplina le modalità di partecipazione degli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Dsa), ai quali sarà consentito sostenere le prove scritte con strumenti compensativi indicati nel Piano Didattico Personalizzato (Pdp): tempi aggiuntivi, lettura assistita, sintesi vocale e altri ausili. Anche la valutazione delle prove dovrà tener conto del percorso formativo seguito. Per gli studenti con disabilità certificate, le modalità previste sono tre: svolgimento delle prove uguali a quelle della classe con eventuali strumenti previsti nel Pei (Piano Educativo Individualizzato); prove adattate ma equipollenti, predisposte dalla Commissione insieme al docente di sostegno; oppure, prove differenziate non equipollenti, che però daranno diritto a un attestato di frequenza e non al diploma. Diversa la situazione per gli studenti con Bes (Bisogni Educativi Speciali) non certificati, per i quali non sono previsti strumenti dispensativi, ma solo l’uso dei supporti compensativi già utilizzati durante l’anno. Fondamentale sarà la collaborazione tra i docenti curricolari, i docenti di sostegno e i referenti per l’inclusione, affinché ogni studente possa affrontare l’esame nel rispetto del proprio percorso e delle proprie potenzialità, in coerenza con il principio del diritto allo studio e dell’equità educativa. (ha collaborato Anna Maria D’Arienzo)

I PIÙ POPOLARI

This site is protected by wp-copyrightpro.com