martedì, Maggio 7, 2024
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Tutta la vita in un giorno, Francesca si finge clochard e ci racconta esistenze ignorate ma vere

barra(di Isabella Savinelli) “Tutta la vita in un giorno. Viaggio tra la gente che sopravvive mentre nessuno se ne accorge”. Titolo e sottotitolo eloquenti, evocativi e d’impatto, che colpiscono l’attenzione e anticipano la profondità e lo spessore della trama. Questo libro è stato scritto dalla coraggiosa e intraprendente giornalista Francesca Barra che, andando a vivere con e come “i nuovi poveri” per circa un mese alla stazione centrale di Milano, ha condotto un’inchiesta inedita sulle loro vite, riportate in maniera dettagliata sottoforma di racconto realistico. Tra strade, dormitori e centri di accoglienza ha toccato con mano la povertà metropolitana che accomuna tutta l’Italia con lo scopo di sensibilizzare i lettori.

Francesca Barra passa la parola ad Antò, nel presente, Antonio nel passato “normale”. Era un artigiano, ha ereditato questo mestiere da suo padre ma, dopo un grande fallimento lavorativo preceduto da una vita di certo non ineccepibile, si separa dalla moglie che, accecata e sfinita dai tradimenti e dall’inettitudine del marito, non riuscendo a comprendere la depressione che ormai lo bloccava, lo allontana dalla casa e dai figli costringendolo alla strada. Ma non è solo. Antò ci racconta di Tony, ragazzo egiziano divenuto gigolò anche per poter fare la doccia; di Elena e Ana, due gemelle bulgare fatte venire in Italia con l’inganno e qui prostituite senza pietà né compassione; di Simo, esclusa anche dai centri di accoglienza solo perché transessuale e, quindi, “di difficile catalogazione”; di Aram, un aspirante regista egiziano bellissimo e intelligente, ma povero; di Matilde, finita in strada per pagare i debiti del figlio; di Gemma, ex addetta alle pulizie in ospedale, vittima di un marito nervoso e cieco che, grazie alla sua tenacia e al suo buon cuore, riesce a concretizzare, da senzatetto che è, il suo sogno di dare un aiuto concerto a “quelli come lei”. Questo, il giusto epilogo di un libro che cerca di infondere speranza nei cuori dei meno fortunati e solidarietà in quello dei più fortunati.

Per le strade delle nostre città, dunque, si aggira un fiume di persone invisibili, “i nuovi poveri”: disoccupati, padri separati, donne fatte prostituire, diseredati, persone dalla vita difficile che a stento guardiamo. Finalmente le ansie e le storie di queste persone vengono portate alla luce da Francesca Barra, eroina e paladina dei moderni clochard che, diventata una di loro per un mese, ha vissuto la povertà sulla propria pelle, li ha ascoltati, ha messo a nudo la loro anima e, con un autentico e spontaneo senso del dovere, con una scrittura acuta e sapiente, ha raccontato delle storie intensissime di alcuni di loro generando ritratti realistici di un fenomeno che, ormai, non ha più senso ignorare. Lo ha fatto perché inevitabilmente sono storie che ci entrano dentro suscitando amarezza e commozione, sentimenti su cui è necessario puntare per sensibilizzare solidarietà e umanità nei confronti di persone che, per un morivo o per un altro, per strani scherzi del destino, si sono ritrovati senza una casa, senza una famiglia, per strada, spaesati e rassegnati e quindi, oltre che senza-tetto, anche senza-dignità, senza-speranza alcuna. Il giusto esempio da seguire ci viene fornito da Gemma: promuovere politiche di accoglienza nei confronti dei senzatetto e, con lo stesso spirito di responsabilità e di generosità, garantire agli stessi un posto nel mondo, un motivo per cui vivere, in una parola, un futuro.

 

 

AUTORE: Francesca Barra

TITOLO: Tutta la vita in un giorno. Viaggio tra la gente che sopravvive mentre nessuno se ne accorge.

ANNO: 2014

EDITORE: Controtempo/Rizzoli

PAGINE: 202

PREZZO: 17.00 €

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