mercoledì, Maggio 8, 2024
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Il grido di libertà di Malala, la ragazzina che ha sconfitto i Taliban

malaladi Isabella Savinelli 

Quest’anno a ricevere il premio Nobel per la pace è stata una giovane pakistana di nome Malala Yousafzai che ha raccolto i suoi struggenti racconti, le sue genuine idee e i suoi nobili propositi nel libro “Io sono Malala”. Lei, la più giovane candidata di sempre al Nobel per la pace, è diventata il simbolo universale della lotta, specialmente al femminile, per il diritto alla cultura e ha conquistato cuori e menti di tutte le età.

Il libro non narra un racconto inventato ma una storia realmente accaduta alla protagonista Malala Yousafzai, una studentessa sedicenne pakistana che, nonostante la sua giovane età, ha un bel fardello di esperienze da raccontare. Siamo nella valle di Swat, in Pakistan, dove i Talebani impongono un mondo oscuro e violento in cui le donne sono obbligate a coprirsi e a stare al loro posto. Tra le pochissime persone che si ribellano a questo clima di sopraffazione, emergono quei pochi insegnati che, contro l’editto islamico, accolgono tutti a scuola, quei genitori coraggiosi che desiderano tempi spensierati per i loro figli e Malala che scrive, scruta e si fa sentire. Gli echi dei suoi diari, fatti di denunce e di speranze, vengono periodicamente messi in onda e inizia a diffondersi il suo candido grido di libertà. Ad un certo punto della sua vita un tragico evento la sconvolge del tutto: il 9 ottobre 2012 Malala, al ritorno da scuola, mentre viaggia in pullman con le sue amiche, viene aggredita da un uomo che, sparando tre proiettili verso di lei, la colpisce in pieno viso lasciandola agonizzante, quasi in fin di vita. All’origine di quest’atto c’erano dei talebani che, convinti di dover eliminare elementi “di disturbo”, decisero che era ora di togliere di mezzo Malala. Ma lei ha lottato con la morte e, dopo aver subito molti interventi, ce l’ha fatta: è sopravvissuta al male, alla cecità, alla violenza fisica e morale e da quel momento in poi, più forte di prima, ha innalzato ancora di più il suo grido di libertà alla cultura e all’istruzione, simboli di progresso e di arricchimento individuale e civile.

Questa è Malala e questa è stata ed è la sua piccola rivoluzione, una rivoluzione animata da innocenti speranze e da un mirabile coraggio. Le oppressive e gratuite restrizioni islamiche, che spegnevano di colpo ogni diritto inalienabile dell’uomo, sono state combattute con l’innocenza e la testardaggine di una ragazzina che, piena di voglia di vivere, ha semplicemente scelto di non chinare il capo ad un potere che, tra le tante cose, ostacolava il diritto all’istruzione. La cosa che colpisce è la semplicità con cui Malala si fa portavoce di una causa così importante: racconta la sua storia con umiltà e concretezza, convinta che quello che ha fatto e che sta continuando a fare sia semplicemente necessario, un dovere nei confronti di tutte le bambine e le donne che vogliono istruzione e libertà, e dell’intera umanità. “Io sono Malala” è una testimonianza storica e personale preziosa: la scrittrice ci parla della sua famiglia felice; dei suoi genitori, sempre pronti a sostenersi a vicenda e a sostenere i propri figli; di suo padre e del suo sogno di costruire scuole per tutti, maschi e femmine, per un futuro migliore per il paese; del terrore disseminato dai talebani, fatto di bombe e di continui divieti. Chiuso il libro resta una indecifrabile ricchezza interiore e il ricordo di un’anima nobile che ha lottato e che lotta ancora per la libertà del sapere, della conoscenza e per la vita.

TITOLO: Io sono Malala

AUTORE: Malala Yousafzai

EDITORE: Garzanti

ANNO: 2013

PAGINE: 284

PREZZO: 12.90€

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